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Le Vulvo-Vaginiti

Spesso curate solo come candidosi, le Vulvo-Vaginiti sono invece una sitauzione da approfondire con cura: dalle situazioni infettive miste a patologie dermatosiche non infettive la diangosi venereologica rimane sempre essenziale


Le Vulvo-Vaginiti sono patologie infiammatorie e/o infettive della donna che riconoscono molti aspetti, delineando un problema di tipo multifattoriale sia infettivo che non infettivo

VULVO VAGINITI INFETTIVE

1. Vulvo-Vaginite di natura Micotica

Tale dermatite genitale infettiva è comunemente fra le prime cause di prurito vulvo-vaginale, ma con buona probabilità la sua incidenza potrebbe essere sovrastimata;  molto spesso difatti esistono più cause che mantengono una situazione di questo genere (si riconoscono difatti forme miste), le quali non tutte vengono identificate con accuratezza; si delineano in quest’ambito, quindi:

a)      Vulvo-Vaginiti dermatofitiche: nelle quali si identifica una micosi causata da specie fungine capaci di sviluppare in epiteli cheratinizzati ricchi di cheratina (Trichosporum, Epidermophyton, Trichophyton) ed in grado di causare le Tinee o Tigne

b)      Vulvo-Vaginiti saprofitiche: causate da forme lievitiformi soprattutto candidosiche (oltre 40 specie) che sviluppano eminentemente in ambiente mucosale  genitale(mucose vulvo-vaginali e perianali); segni cardine sono le mucose infiammate e la secrezione tipicamente caseosa a “ricotta”.

 

2. Vulvo-Vaginiti batteriche: Quest'ultime causate da diverse specie batteriche – soprattutto di tipo gastrico ed enterico o fecale (Escherichia coli o Entorococcus in primis) : esse possono arrecare oltre al classico bruciore anche un prurito: segni dirimenti della patologia sono le mucose infiammate, l'edema delle labbra e la carente lubrificazione

 

3. Vulvo – Vaginite da Gardnerella vaginalis:  Batterio gram positivo in grado di causare la “Vaginosi batterica” (VB); sintomo principale oltre al prurito sono le secrezioni grigio-verdastre e il classico "odore di pesce". E' noto che circa il 30% delle donne è portatrice di questo batterio anche in maniera asintomatica

 

4. Vulvo – vaginite da Trichomonas vaginalis: esso è un protista anaerobio, in grado di recare sempre infezione: segno patognomonico è la secrezione “schiumosa” ed il prurito ad esso correlato.

 

5. Herpes genitalis: nelle fase pre clinica della patologia,  poco prima delle classiche gittate vescicolari, la paziente affetta da Herpes genitalis denuncia un senso piuttosto evidente e localizzato di prurito vulvare; questa fase spesso identifica con lo “shedding asintomatico” ovvero la possibilità di infettare il proprio partner. Anche la fase di stato è comunque caratterizzata da prurito e pizzicore, ed è identificata da uno spread di microvescicole a grappolo e conluenti fra loro

 

VULVO-VAGINITI NON INFETTIVE

Un approfondimento meritano tutte quelle cause di Vulvo-vaginiti non infettive che danno luogo a sintomatologie specifiche e che spesso sono erroneamente identificate come infezioni.

1. Lichen simplex o Neurodermite vulvare: questa condizione si pensa essere causata dai neuromediatori dello stress psicologico, ed è molto più frequente di quanto non comunemente si creda; la sua manifestazione clinica è un intenso prurito soprattutto serale, ma anche tipico di diverse fasi della giornata, il quale si accentua in posizione seduta o a seguito di abbigliamenti stretti ed è caratterizzato da un ispessimento della pelle e delle mucose esterne, le quali possono associarsi a lievi fissurazioni ed escoriazioni, dovute proprio al grattamento.

2. Lichen sclerosus vulvo-vaginale: patologia classificata ultimamente come “rara” in Italia, sta sempre di più caratterizzando le diagnosi dermatovenereologico in ambito femminile,  grazie alla maggior considerazione in ambito clinico; spesso misdiagnosticato, il Lichen sclerosus è una malattia infiammatoria cronica che può comportare seri danni alla cute e alle mucose genitali femminili, fino alla scomparsa delle piccole lebbra e/o al collabimento dell’area clitoridea; esso è associato ad ispessimento della cute, ragadizzazioni importanti, esulcerazioni, ulcerazioni e tendenza alla cronicizzazione, con dispareunia (dolore all’atto sessuale). Può interessare l’ambito perianale e può avere la tendenza (sebbene in bassa percentuale attorno all’8 % dei casi gravi nel sesso femminile, non curati) alla trasformazione neoplastica.

3. Vulvo-Vaginite irritativa: forma piuttosto diffusa di vulvo-vaginite, tipica di stati post-infiammatori di altro genere (anche infettivo, dermatosico od allergico) e sovente dovuta alle terapie effettuate e soprattutto alla detersione sovente inappropriata o eccessiva; essa può essere mantenuta o peggiorata dalla confricazione (sfregamento)  con indumenti sportivi o poco idonei alla zona e può essere caratterizzata anche da intenso rossore tipicamente localizzato nelle zone di sfregamento, invece che nelle pieghe

4. Psoriasi vulvare e psoriasi inversa: patologia infiammatoria a carattere cronico – recidivante può localizzarsi nei soggetti predisposti geneticamente e confinarsi anche soltanto in quelle zone, provocando a volte un lieve prurito ed una desquamazione; quando è inversa, sono le pieghe e il solco intergluteo ad essere interessate.

5. Vulvo – vaginite allergica (DAC): manifestazione della Dermatite allergica da Contatto a livello genitale femminile, può essere causata da diversi agenti che hanno precedentemente sensibilizzato il soggetto (maggiori incriminati, metalli pesanti come il nichel, latex [allergia da profilattico] e profumi); caratterizzata da intenso prurito e lesioni eczematose; deve essere diangosticata con metodiche cliniche e strumentali (primo fra tutti il Patch test).

6. Dermatite atopica: patologia infiammatoria eczematosa  della pelle tipica della triade atopica (dermatite atopica, rinite allergica e asma bronchiale) può insorgere anche in età adulta, sebbene sviluppi con più frequenza nella fascia pediatrica è caratterizzata da lesioni eczmatose intensamente pruriginose che nella fase cronica possono lichenificarsi e ragadizzarsi: la diagnosi clinica può essere complicata se si hanno localizzazioni solo zonali.

7. Xerosi vulvare: un tempo definita erroneamente “craurosi vulvare” (definizione che identifica meglio un Lichen sclerosus in fase iniziale) è un fenomeno tipico della fase post-menopausale, caratterizzato dalla secchezza dell’ambiens vulvo-vaginale che può rilfettersi oltre che in una dispareunia, anche in un prurito localizzato, presente in diverse fasi della giornata.

 

 

 

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